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Monza

Monza: la storia del "tempio della velocità"

Quest'anno, l'iconico circuito italiano festeggia i 100 anni di esistenza, con momenti che sono rimasti indelebilmente impressi nella storia del motorsport.

 

Monza

L'Autodromo di Monza, ufficialmente "Autodromo Nazionale di Monza", noto anche come "Tempio della velocità", festeggia quest'anno un secolo di "vita". È il terzo "circuito speciale" dopo Brooklands e Indianapolis e il più antico d'Europa. Nel corso degli anni, Monza è stata testimone di molti grandi momenti del motorsport, sia belli che brutti, in quanto ha ospitato numerose gare, ma anche molti incidenti con, purtroppo, molti morti e ancora più feriti. Ripercorriamo quindi la storia dell'iconico circuito dal 1922 a oggi.

 

Dalla costruzione alla fine della seconda guerra mondiale (1922-1948)

La costruzione iniziale di Monza iniziò nel maggio 1922 e fu completata nel luglio 1922, con l'assistenza di 3.500 operai. La sua costruzione è stata finanziata dal Automobile Club di Milano (Automobile Club di Milano), che ha creato l'associazione Società Incremento Automobilismo e Sport (Motor Sport & Sports Support Company), che ne avrebbe rilevato la gestione.

Il tracciato originale aveva una lunghezza totale di 10 km ed era composto da una pista in asfalto di 5,5 km e da un ovale in cemento di 4,5 km. L'inaugurazione ufficiale avvenne il 3 settembre 1922 e il circuito ospitò il Gran Premio d'Italia una settimana dopo, il 10 settembre 1922. Inizia così la storia di Monza nella storia mondiale dell'automobilismo. Naturalmente, alcuni incidenti che si verificarono negli anni successivi avrebbero macchiato il suo nome per qualche tempo.

Nel 1928 si verifica il più grave incidente della storia dell'automobilismo italiano, con la morte di Emilio Materassi e di altri 27 spettatori durante il Gran Premio d'Italia del 1928. Dal 1929 al 1932, la gara si svolse solo sulla sezione ovale del circuito. Purtroppo, però, nel 1933, nella gara di supporto al Gran Premio d'Italia, altri 3 sfortunati piloti (Giuseppe Campari, Baconin Borzacchini, Stanislaw Czaykowski) morirono in incidenti. Dal 1934 al 1948, furono apportati diversi cambiamenti e modifiche successive al tracciato del circuito al fine di eliminare gli incidenti mortali, come mostrato nelle fotografie successive qui sotto:

Acquaforte originale di Monza (1922)

 

Autodromo di Monza - Florio (1935)

 

Tra il 1938 e il 1939, il circuito di Monza fu sottoposto a estesi lavori di riparazione e miglioramento, con la costruzione di nuove tribune e ingressi alla pista, la stesura di nuovo asfalto, nonché l'aggiunta di due curve nella parte meridionale del tracciato e la rimozione dell'anello ovale dal tracciato utilizzato. Dal 1939 al 1954, il tracciato per il Gran Premio era lungo 6,3 chilometri, come mostrato nell'immagine sottostante.

Incisione 1939-1954

 

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1948, a Monza vennero eseguiti ampi lavori di manutenzione e riparazione dei danni causati sia dall'uso della pista da parte dell'esercito sia dall'assenza di regolari lavori di manutenzione, in soli due mesi, e il circuito fu pronto a ospitare nuovamente il Gran Premio d'Italia il 17 ottobre 1948.

 

Monza negli anni '50 e '60

Nel 1954 ricominciarono i lavori per modificare (sì, ancora una volta) il tracciato della pista e per realizzare infrastrutture aggiuntive per accogliere meglio gli spettatori e le squadre. Seguirono modifiche al tracciato, che consisteva in due parti separate, la pista principale e l'ovale, lunghe rispettivamente 5,75 km e 4,25 km, con la possibilità di essere unite per ricreare il tracciato di 10 km, come mostrato nelle fotografie.

Η Automobile Club Italiano organizzata nel giugno 1957 e nel giugno 1958, la "Race Of Two Worlds", in cui per la prima volta si disputò una gara Indycar diretta tra le vetture Indycar statunitensi e le vetture di Formula 1 europee. La gara aveva una lunghezza totale di 189 giri o 800 km, suddivisi in 3 manche da 63 giri ciascuna. Vale la pena di notare che la sezione ovale e sconnessa del tracciato creava molte difficoltà alle auto europee e di conseguenza, in entrambi gli anni, questa gara fu vinta dalla Indycar.

La FIA scelse il tracciato di 10 chilometri per gli anni 1955, 1956, 1960 e 1961 nel contesto della Formula 1, con Stirling Moss e Phil Hill (che divenne il primo pilota americano a vincere un Gran Premio di Formula 1) sul primo gradino del podio. Tuttavia, nel 1961 si verificò un altro incidente sul circuito di Monza.

Quando l'auto di Wolfgang von Trips si scontrò con la Lotus di Jim Clark, l'auto di Trips fu scaraventata sulla tribuna degli spettatori, uccidendo lui e 15 spettatori. Anche se l'incidente non avvenne sull'anello ovale di Monza, la Formula 1 fu limitata al circuito d'asfalto e l'ovale fece la sua ultima apparizione nel film del Gran Premio. Dopo il Gran Premio del 1966 e un altro incidente durante la "1000 km di Monza" del 1968, furono aggiunte due chicane per ridurre la velocità delle auto da corsa.

Nel 1969, l'ovale, già noto, fu utilizzato per un'ultima volta nella "1000 km di Monza", prima di essere trasferito interamente sul circuito in asfalto. Oggi viene utilizzato una volta all'anno per il "Rally di Monza" e nel 2021, dopo oltre mezzo secolo, è entrato a far parte del circuito automobilistico organizzato dalla FIA.

 

Dal 1970 a oggi

Con l'evoluzione della tecnologia e dell'aerodinamica a partire dagli anni Settanta, ma con varie riserve e misure per migliorare la sicurezza in pista adottate a partire dagli anni Novanta e dopo la morte di Ayrton Senna e Roland Ratzenberg, il circuito di Monza è stato nuovamente sottoposto a ripetute modifiche del suo tracciato per arrivare alla forma attuale. Di seguito, illustriamo le successive modifiche al tracciato del circuito dal 1972 al layout finale di oggi (che è rimasto invariato dal 2000):

 

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